“Sofia sei uno splendore!”.
Queste furono le prime parole che il mio cuore pronunciò quando incontrai Sofia dopo tanto tempo.
Avevamo scelto di vederci in una locanda in campagna, immersa in una splendida natura invernale.
Ci sedemmo davanti al fuoco di un grande camino, che rifletteva l’eleganza e la bellezza di quel luogo.
Rimasi ad osservarla in silenzio lasciando che la sua anima, insieme ad ogni cellula del suo corpo, mi raccontassero di lei.
L’ultima volta che l’avevo vista, Sofia era arrabbiata con la vita: “come aveva potuto farle questo!”.
Quando tutto sembrava “tranquillo”, quando si era impegnata per costruire una vita “normale”, all’improvviso arrivava una separazione, dopo tantissimi anni di matrimonio. Non solo la situazione economica era precipitata, ma un’altra donna era stata preferita a lei.
Sofia si era sentita improvvisamente vecchia, brutta, delusa e soprattutto si sentiva di “non avere più nulla”.
“Non sei più giovane, ti mancano le forze” le diceva la mente, ben allenata a cercare la causa di quell’esperienza così dolorosa, ma non in grado di scoprire dove tutto questo l’avrebbe portata.
Sofia si sentiva “vittima” delle circostanze e sola. Sola con sé stessa.
E fu allora, in quell’attimo senza tempo, che riuscì a sentire la sua vocina interiore. Sentì la sua anima sussurrare: “Ecco Sofia, adesso sei tu la vera protagonista della tua vita, e puoi scegliere. Puoi morire se vuoi, oppure puoi cominciare a scrivere un nuovo copione per la tua vita”.
E da quella profonda intimità con se stessa, da quello spazio sacro, Sofia scelse di iniziare l’avventura della sua vita e di creare la sua storia.
Adesso poteva cominciare ad essere la vera protagonista della sua vita.
Le era sempre piaciuto esprimere la sua creatività attraverso le mani e proprio attraverso le sue mani trasmutò tutta quella sofferenza e tristezza in energia vitale.
A quel tempo aveva una pasticceria. Le sue torte cominciarono ad essere delle vere e proprie opere d’arte, curate nei dettagli. Ricami e colori davano vita a ciascun ingrediente e tutti insieme si esprimevano nel nuovo dolce.
A casa le piaceva lavorare con l’uncinetto e così pizzi bellissimi e collane originali cominciarono a rallegrare la sua vita.
Sofia stava attingendo al suo sapere più profondo, stava esprimendo qualcosa che era sempre stato lì, qualcosa che era facile, gioioso e leggero per lei.
A volte faceva fatica a riconoscere che era proprio lei la creatrice di tutto quello e non qualcun altro.
Non era abituata, infatti, ad essere vista, riconosciuta, soprattutto in una famiglia numerosa come la sua. E così aveva chiuso a chiave in un cassetto i suoi desideri e i suoi sogni più profondi.
Eppure proprio questa mancanza di attenzione e considerazione le stavano dando ora la forza di aprire finalmente quel cassetto.
Frequentò un corso di pittura e dopo tanti anni ricominciò a dipingere.
E i colori iniziarono a danzare nella sua vita.
Andò a scuola di teatro e finalmente si sentì libera e felice di esprimere se stessa.
La storia che Sofia aveva rappresentato sul palcoscenico della vita, fino ad allora, era stata quella perfetta per lei, affinché fosse lei stessa a considerarsi, a riconoscersi, ad occuparsi e prendersi cura di se stessa.
E fu così che lì, davanti alla fiamma del camino, si mostrò il vero splendore di Sofia che mi rispose: “E’ la forza che non pensavo di avere”.
E che cosa è il coraggio se non il desiderio di prendersi la responsabilità della propria vita e scoprire lo scopo della nostra anima?