Il Castello parlante e le sue scelte

Era una bellissima mattina di maggio, il Castello si stava appena risvegliando.

Dal parco arrivavano i mormorii della natura che lì, in quel posto incantato, si  esprimevano con alberi secolari, eleganti, moltissime varietà di fiori, uccelli, e dei panorami meravigliosi.

Nonostante fosse disabitato ormai da molti anni, quando si entrava nel Castello, si percepiva che l’energia della terra si sprigionava attraverso di esso. E questa energia parlava attraverso i suoi muri, i suoi soffitti , i pavimenti e in ogni stanza.

Stare lì voleva dire essere assorbiti dalla sua bellezza, dal suo silenzio, dai suoi splendidi panorami, da quell’opulenza storica presente in ogni angolo e che emanava un senso di incredibili possibilità.

Quando Emy visitò il Castello per la prima volta rimase colpita dall’accoglienza che quel posto le stava offrendo: gentilezza, eleganza, nutrimento e,  nonostante il suo lavoro di restauratrice l’avesse portata in tanti posti meravigliosi, sentiva che lì, proprio lì, stava per cominciare una avventura completamente diversa da quelle vissute sino ad allora.

Emy aveva cominciato a dedicarsi all’arte studiandola già dai tempi della scuola, sempre attenta alla ricerca dei dettagli, a quei dettagli che rendevano la sua vita così diversa da quella delle ragazze della sua età.

Sapeva sempre esprimere, attraverso la sua creatività, qualcosa che ancora non esisteva  in questa realtà, era stata sempre una ricercatrice, una esploratrice di nuove possibilità.

E proprio questa sua continua ricerca, l’aveva messa in contatto con degli strumenti incredibilmente pragmatici ed incredibilmente magici, strumenti per la vita di tutti i giorni, che le avevano permesso di creare la sua di vita come una meravigliosa avventura.

Quella mattina iniziavano i lavori di decorazione del Castello.

Quando Emy ed il suo team entrarono, i muri stavano cadendo a pezzi.

Il restauro cominciò dal salone principale, che, nonostante lo stato di decadimento in cui si trovava, lasciava trapelare tutto il suo antico splendore.

Emy non aveva aspettative né punti di vista su come sarebbe dovuto essere il soffitto, quali fossero gli interventi necessari e quanto tempo ci sarebbe voluto.

Salì sul ponteggio e si lasciò pervadere da quell’energia di gentilezza, eleganza e nutrimento che l’aveva accolta sin dal primo incontro.

E, usando uno dei suoi “magici strumenti” preferiti, cominciò a dialogare con il soffitto.

“Ehi ciao, cosa ti piacerebbe essere ora e nel futuro? Ti piacerebbe essere rifatto, ridipinto, ti piacerebbe essere consolidato, dove ti piacerebbe andare?

E quello che accadde fu che tutte le molecole cominciarono a svegliarsi, come in una festa.

Istintivamente Emy appoggiò le sue mani sul soffitto e vide che tutte le molecole si stavano attaccando al soffitto, ogni molecola si era letteralmente accesa e si era connessa con il tutto.

Il soffitto stava scegliendo di tornare alla sua vera magnificenza.

E da quel giorno ogni stanza, ogni muro del Castello cominciò a conversare con lei “…Prendi quel giallo, portami quel rosso, vedi quel disegno, si mi piace molto, ehi ci sono io adesso!…”.

Emy stava invitando il Castello a scegliere qualcosa di diverso, di più grande, e

quasi sempre, tutto nell’universo vuole essere qualcosa di più grande quando gli viene chiesto.

Lei diceva, ridendo, che in un certo senso era come se le stanze si fossero dipinte da sole.

E se guardassimo alla nostra vita come un’opera d’arte, allora potremmo chiederci: “Cosa posso aggiungere qui, cosa posso togliere, cosa posso cambiare per creare una vita più grandiosa?”. Anche noi potremmo invitare arte e bellezza nella nostra vita e creare ciò che desideriamo veramente.

Tutto ciò che è intorno a noi ci parla, dolcemente, se solo siamo disposti ad ascoltare.

Ogni istante la natura, semplicemente essendo sé stessa, ci mostra il suo capolavoro e attraverso il Castello la terra stava esprimendo la sua eleganza e la sua forza.

La bellezza, i dettagli, la magnificenza del soffitto del salone parlavano ad Emy, la colpivano, la invitavano a scegliere, a creare anche la sua vita come un capolavoro.

E tu?

E se stasera mettessi una tovaglia bianca, bellissima, sul tuo tavolo da cucina, con degli elegantissimi bicchieri di cristallo, quale invito potresti essere per te, per la tua vita, per tutti e per ogni molecola dell’universo, quale invito alla bellezza e all’eleganza, a qualcosa di più grandioso, ad un’altra possibilità?

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